ABSTRACT: Il volantino, emesso congiuntamente dalla Federazione Giovanile di Padova e Venezia, contiene una riflessione sulla condizione di giovani lavoratori sottoposti a contratto di apprendistato e proponendo quindi l'abolizione.
Apprendistato
Lavorando non ci si "qualifica"
Centinaia di migliaia di giovani (quanti siano in realtà è pressochè impossibile saperlo) entrano ancora oggi in fabbrica come apprendisti in modo del tutto subordinato, vittime di una legislazione che dovrebbe proteggerli e che invece offre troppe comode scappatoie ai padroni.
Quando le scappatoie non sono comode e facili si viola la legge con tutto l' appoggio della inefficenza burocratica di che dovrebbe controllare e comunque si rischia poco più di poche migliaia di lire di multa.
Così avviene che o l' apprendistato non viene utilizzato, o diventa un rapporto di lavoro in cui l' elemento "apprendere", che dovrebbe essere caratterizzante, sparisce e rimane solo una condizione di supersfruttamento.
La lavorazione a catena, la frammentazione delle varie fasi del ciclo di lavorazione e così via sono ormai estese, sia pure in forme differenti praticamente a tutte le industrie di tutti i rami e di ogni dimensione, con la nota conseguenza della inversione del rapporto tra operaio e macchina (non più lo strumento, l' utensile utilizzato da chi lavora secondo le sue esigenze, ma l' operaio a disposizione delle esigenze di un ciclo di lavorazione di cui si conosce un unico aspetto: il ritmo della macchina che si ha di fronte).
La conseguenza immediata per il giovane è che appena assunto viene posto di fronte a una macchina che impara ad usare in poche ore (deve imparare).
E in queste ore l' "apprendistato è finito", infatti può anche succedere che, per i cinque anni fissati dalla legge come durata massima del periodo di apprendistato, dovrà ripetere continuamente lo stesso lavoro, le stesse operazioni, gli identici gesti.
Il rapporto di apprndistato si rivela assolutamente inadatto visto che non fornisce le cognizioni pratiche e che poi si tratta soprattutto di approfondire quelle teoriche che solo la scuola può dare.
Si arriva così a quanto si è tante volte affermato: abolire l' apprendistato non significa soltanto mettere fine ad uno stato di cose chiaramente superato o negato dalla pratica quotidiana del lavoro industriale, ma anche e soprattutto premessa indispensabile alla riforma del sistema di istruzione tecnica e professionale.
Per arrivare a questo obiettivo non basta criticare alle radici il sistema dell' apprendistato elaborando al tempo stesso le proposte alternative per organiche che possano essere.
Come anche è stato detto più volte al recente convegno operaio della Fgci è necessario suscitare il movimento, interessare gli apprendisti, far prendere loro coscienza del fatto che è possibile instaurare rapporti diversi, ma che per far ciò è necessaria la lotta.
E, se è necessaria la lotta, sono necessari obiettivi immediati, tangibili: vere occasioni di scontro via via sempre più coscienti con la realtà dello sfruttamento.
In questo senso due ordini di obiettivi si pongono.
In primo luogo quanto si riferisce alla contestazione e all' impedimento delle violazioni e padronali cioè:
a) rispetto delle spettanze salariali, sia come minimi sia come salario globale;
b) rispetto dell' orario di lavoro giornaliero e mantenimento del divieto per gli apprendisti del lavoro notturno;
c) rispetto dei tempi previsti dai contratti per il conseguimento della qualifica operaia.
In secondo luogo vanno conquistati nuovi diritti contrattuali e normativi anche compatibili con la legge attualmente in vigore e cioè:
a) passaggio di qualifica: eliminando le norme contrattuali (che accolgono quanto indica la legge) secondo le quali la durata dell' apprendistato è subordinata ad una mansione (vedi documentazione) e secondo con un' interruzione del tempo rende praticamente nullo il periodo di apprendistato trascorso in precedenza.
Va infatti tenuto presente che questa norma è una scappatoia "legale" per aumentare oltre quanto è previsto la durata dell' apprendistato;
b) mantenimento dell' occupazione: imponendo il divieto per il padrone o l' azienda di licenziare il giovane al termine dell' apprendistato, cioè all' atto del passaggio di qualifica.
Altra via di ricatto questa che viene fortemente esercitata sul giovane per bloccare e rinviare nel tempo il passaggio di qualifica;
c) elevamento del salario: adeguando il salario dell' apprendista a quello dell' operaio, di corrispondente età la cui qualifica sarà conseguita dall' apprendista al termine del tirocinio.
(Non affrontiamo in questa sede la discriminazione salariale operata verso i giovani sulla sola base anagrafica).
d) riduzione dell' orario di lavoro: portando l' orario giornaliero a 6 ore, per consentire ai giovani di curare la propria formazione culturale e professionale.
Questi obiettivi costituiscono una piattaforma di lotta intermedia verso l' abolizione dell' apprendistato.
La FGCI si impegnerà a fondo, in collegamento con quelle organizzazioni democratiche - come le ACLI - che si sono pronunciate per il superamento dell' apprendistato: una lotta che vedrà gli apprendisti principali protagonisti di una modificazione profonda delle loro condizioni.
Apprendisti Giovani Operai sostenete le nostre proposte entrate nella gioventù comunista
Federazione Giovanile Comunista di Padova e Venezia