1. Breve storia dei movimenti per la Pace a Padova e nel Veneto
L’archivio del Movimento per la Pace rappresenta il percorso fatto dal movimento presente nel territorio padovano e veneto dal 1980 in poi. Ha inizio con la raccolta di tutta la documentazione di ricerca e le iniziative promosse dai comitati per la pace e il disarmo nati in seguito alla minaccia dell’installazione degli euromissili. I comitati locali riunitisi insieme successivamente, diedero vita al Comitato Popolare Veneto per la pace, e nel 1988, alcuni dei gruppi appartenenti al Comitato si costituirono in Associazione per la Pace. Il costituirsi dei movimenti in associazione nel 1988 avvenne in seguito all’esigenza di un’organizzazione che fosse più efficace e visibile, anche dal punto di vista politico; a tale scopo contribuirono in maniera significativa anche le grandi associazioni quali ad esempio le Arci, o i partiti politici, come il PduP dell’epoca. L'archivio testimonia la presenza significativa dei movimenti prima e dell'Associazione poi, nella vita politica, sociale e culturale del territorio, in particolare nei decenni che vanno dal 1980 ai primi anni del 2000. Grande attivismo e mobilitazione hanno caratterizzato i movimenti per il disarmo, la pace e l'obiezione di coscienza e delle spese militari degli anni '80 ma non meno importanti sono le iniziative e i molti progetti promossi in campo internazionale negli stessi anni e nei successivi, a sostegno di paesi e popolazioni quali ad esempio la Palestina, Haiti, l'ex Jugoslavia, solo per citarne alcuni tra i principali. I movimenti prima e l'Associazione per la pace poi, hanno sempre favorito la partecipazione e la collaborazione con altri movimenti o associazioni promuovendo attività o aderendo a progetti altrui con l'intento di unire le forze e contribuire in maniera rilevante alla realizzazione degli obiettivi. L’Associazione per la Pace è tuttora esistente, seppur molto ridimensionata rispetto al passato. La seconda guerra del Golfo del 2003, forse per un senso di impotenza dettato dall’impossibilità di fermare tale guerra, segna un po’ lo spartiacque che vedrà diverse anime dell’associazione confluire progressivamente in altre realtà, per occuparsi di cooperazione internazionale, disarmo o altre attività più specifiche. In seguito alla necessità di interventi di ristrutturazione, presto l'associazione lascerà la sua sede di via Cornaro 1 a Padova per trasferirsi definitivamente in via Pinelli. L’Associazione per la Pace continua a svolgere attività di sensibilizzazione, in particolare coinvolgendo le scuole, sui temi della guerra, del disarmo o della Palestina, ritenendo di fondamentale importanza educare i ragazzi più giovani ad avere uno sguardo più attento e consapevole sul mondo. Si occupa anche di cooperazione sociale dedicandosi a fornire aiuti o formazione a ragazzi in Libano, Tunisia, Turchia, Afghanistan. Come molte delle associazioni e dei movimenti, anch’essa soffre della mancanza di un ricambio generazionale che porti nuova linfa ed energia.
2. Storia dell’archivio e descrizione dell’intervento
Prima di giungere nel 2019 nella sede di conservazione attuale del Centro Studi Luccini, l’archivio era custodito presso i locali della “Casa Arcobaleno” in via Cornaro 1 a Padova, sede storica dell’associazione. La raccolta della documentazione è andata crescendo via via senza che vi fosse un'idea di archiviazione; all'interno del movimento non vi era una persona specifica preposta al compito e il tempo mancava perché moltissime erano le iniziative di cui occuparsi. Per quanto l'Archivio del Movimento per la pace abbia come estremi cronologici 1971-2015, la maggior parte della documentazione risale agli anni Ottanta e Novanta, i decenni che hanno visto il più considerevole attivismo da parte del movimento. Tutto il materiale archivistico è ora raccolto al Centro Studi Luccini, mentre l'archiviazione da parte dell'associazione continua in forma digitalizzata. L’archivio contiene materiale eterogeneo proveniente prima che dall’Associazione per la pace, dal movimento attivo nel territorio fin dai primi anni '80 e dal Comitato popolare per la pace di Padova e del Veneto. Contiene inoltre molto materiale riguardante gli altri movimenti e le diverse associazioni locali, regionali o nazionali, quali ad esempio i Beati costruttori di pace, l'ICS, le Donne in nero, MLAL e RED ma non solo; associazioni alla quale il movimento ha aderito o con cui ha collaborato. Molte iniziative del movimento attestate in archivio comprendono testimonianze, scambi e progetti importanti con diversi paesi del mondo, con associazioni nazionali e internazionali, partiti politici e sindacati, movimenti di resistenza e di liberazione quali ad esempio l'FLMN del Salvador, alcuni particolarmente significativi perché consentono di 'toccare con mano' importanti avvenimenti ed esperienze che fanno parte della storia. L'archivio contiene inoltre raccolte di testate giornalistiche quali ad esempio 'il Manifesto' , 'Il Mattino 'e 'il Gazzettino', 'l'Unità', e di riviste, ad es. 'Nigrizia', 'Yeti', 'Rifugiati'; contiene soprattutto una significativa raccolta di riviste e bollettini di informazione sul tema del nucleare, del militarismo e del disarmo e molti bollettini in lingua originale provenienti dai tanti paesi del mondo in cui l'associazione operava, nonché nutrite rassegne stampa, anche internazionali, su temi specifici quali ad esempio disarmo, geopolitica e conflitti internazionali. Significativa è la presenza in archivio di oggetti diversi e a volte più personali, quali ad esempio fotografie, quaderni scritti a mano, cartoline, e ancora manifesti, adesivi, striscioni, bandiere o foulard a testimonianza delle manifestazioni e dei rapporti avuti con le popolazioni con cui il movimento è entrato in contatto. L’archivio collocato su scaffalature metalliche e disposto casualmente a seguito del trasferimento nell’attuale sede , si presentava con unità di conservazione originali più o meno intatte e con dorsi perlopiù parlanti , scritti a mano con pennarello o matita, dai quali si è potuto denotare, grazie alle titolazioni presenti, una generica strutturazione in serie o perlomeno per argomento, in alcuni casi, mentre in altri per scansione cronologica, raccolte in diversi momenti della storia dell’archivio. All'interno dei faldoni si sono trovate diverse tipologie di aggregazioni di documenti: a volte carte sciolte, a volte raccolte in fascicoli, raccoglitori o buste, spesso contenenti una tipologia documentale eterogenea. Durante il lavoro di catalogazione si è deciso di seguire un criterio 'misto' ovvero tenere insieme le unità prodotte nell'ambito di un incarico specifico e distinguere le unità che trattavano di un tema specifico enucleandole. Sono stati individuati alcuni macro-argomenti per i quali si è deciso di procedere prendendo inizialmente visione del materiale in maniera complessiva, così da poter svolgere un lavoro di sfoltimento e riordino che fosse più efficace. Sulla base di tale ordinamento si è intervenuto anche al riordino delle carte sciolte formando nuove unità. La presenza di documentazione eterogenea, a seconda del suo contenuto, è stata quindi raccolta in alcuni casi per tema, in altri mantenuta nel suo ordine cronologico. Al termine della prima catalogazione sono state aggiunte una ventina di unità che in diversi casi sono state suddivise per andare ad integrare nelle serie il materiale già esistente. L'archivio nel complesso raggiungeva così circa 200 unità conservative, composte principalmente da faldoni ma anche scatole e cartelle di plastica, che in alcuni casi sono state sostituite o perché rovinate o perché aperte, così da favorirne meglio la conservazione. L’archivio attualmente ricomposto, a seguito del lavoro di catalogazione, riordino e sfoltimento di quanto presente in più copie, comprende 176 unità o buste per un totale di circa 15,50 metri lineari. Il presente intervento ha previsto una prima fase di schedatura delle unità archivistiche presenti nelle unità di conservazione (alle quali si è attribuito un numero di corda funzionale alla prima ricognizione) attraverso la compilazione di un database in formato Excel dove per ogni unità si è riportato il titolo originale presente sulla camicia del fascicolo, o ricostruito a seguito dell’analisi del contenuto, l’arco cronologico coperto dalla documentazione presente nel fascicolo e descrizione del contenuto sia per quanto riguarda l’argomento a cui il materiale si riferisce, sia la sua tipologia, mettendo in rilievo l’eventuale presenza di materiale eterogeneo come letteratura grigia, pubblicazioni, fotografie, manifesti, ecc.. Dopo aver individuato, censito e descritto le unità, si è data loro una struttura sulla base del criterio di riordino adottato e una collocazione virtuale, articolando così l'archivio in sezioni, serie e in taluni casi sottoserie; ad ogni unità è stata attribuita la propria segnatura e riportato il numero identificativo utile a ritrovare ognuna delle unità nella sua collocazione a scaffale. La struttura si compone quindi di 523 unità archivistiche e la documentazione copre un arco temporale che va dal 1971 al 2015 e si articola, a seguito del presente intervento di schedatura e riordino, in 5 sezioni, 22 serie e 68 sottoserie le quali a loro volta sono state descritte con titolo, arco temporale e descrizione del loro contenuto. Una volta individuata e delineata la struttura definitiva dell’archivio, e parallelo riordino logico delle schede del database, si è proceduto ad assegnare un codice identificativo univoco alle serie ed unità. A completare il presente inventario relativamente alla parte introduttiva, e cioè sulle notizie in merito all’ente produttore, l’archivista incaricato ha potuto trarre le informazioni effettuando un’intervista a Gianni Rocco, uno dei responsabili storici dell'Associazione per la pace