19.01.118 - «CONTRAPPONIAMO UNA NUOVA MAGGIORANZA AL FALLIMENTO DEL CENTRO-SINISTRA»

Inviato da alessandro.boin il Sab, 02/10/2018 - 15:20

ABSTRACT: Volantino, a cura del comitato regionale del P.C.I., contenente una riflessione sul fallimento della politica di centro-sinistra e in particolare affronta i temi della scuola, del governo Moro-Nenni, delle mancate riforme proposte a suo tempo dal P.S.I. ed evidenziando alcune proposte per il cambiamento. 

Contrapponiamo una nuova maggioranza al fallimento del centro-sinistra
La crisi del governo ha confermato di fronte a tutto il Paese il clamoroso fallimento del centro-sinistra.
La maggioranza governativa si è spaccata nonostante le pesanti concessioni del PSI sulla scuola materna statale.
Ma la crisi è dovuta al solo importante tema della scuola?
No, ma sopratutto:
- alla "comprensione" del governo Moro per le infamie americane nel Vietnam, "comprensione" che contrasta con la manifesta volontà di pace del Paese e del mondo e che ha visto concordi nell' azione i comunisti, le forze socialiste e quei cattolici ispirati dalle posizioni e dai gesti nuovi e positivi della Chiesa e del Pontefice;
- al cedimento del centro-sinistra ai piani dei monopoli italiani e stranieri che, con danno dei lavoratori e della democrazia, vogliono estendere il loro potere in ogni campo;
- alla incapacità del governo di far fronte seriamente ai grandi problemi del Paese e alle richieste di sempre più vaste categorie sociali in lotta.
E' dunque un bene per i lavoratori e per l' Italia che il governo di centro-sinistra sia caduto!
Quali sono i "meriti" del governo Moro - Nenni?
In politica estera:
- la passività, la mancanza di ogni inizaitiva di pace, l' adesione piena alla politica dei blocchi e al patto atlantico come "scelta di civiltà";
- la solidarietà data all' aggressione imperialista nel Vietnam;
- l' accettazione dei depositi di bombe atomiche in Italia e nel Veneto;
- il voto contro l' ammissione della Cina all' ONU;
- l' allineamento all' ONU con i paesi razzisti.
In politica interna:
- la politica dei redditi, l' invito di Moro agli Industriali a "tener duro" di fronte alle richieste dei lavoratori;
- la concessione di centinaia di miliardi per sgravi fiscali; la fiscalizzazione degli oneri sociali a favore dei grandi industriali;
- le misure restrittive del credito che hanno duramente colpito migliaia di piccole e medie industrie.
Cosa aveva in cantiere il governo di centro - sinistra?
-  la proposta di Colombo di una più rigida attuazione della politica dei redditi cioè del blocco dei salari;
- una riedizione peggiorata del Piano Verde che abolisce i contributi gratuiti per i coltivatori diretti e aumenta i crediti agevolati per gli agrari;
- la creazione dell' AIMA che non intacca i poteri della Federconsorzi;
- una legge per il settore tessile che regala 65 miliardi ai grandi industriali (Marzotto in testa) e legalizza i licenziamenti di migliaia di operai tessili senza prevederne nè la riassunzione nè il pensionamento anticipato, colpendo in particolare la manodopera femminile;
- una politica di appoggio ai processi di riorganizzazione, di fusione e di concentrazione dei monopoli: Pieraccini aveva già dato l' assenso del governo alla fusione Montecatini-Edison in un' unica società, che diverrebbe padrona di metà Porto Marghera.
Dove sono finite le riforme che il P.S.I., una volta al governo, voleva far attuare?
- la riforma fiscale? - le Regioni? - la riforma urbanistica? - lo Statuto dei diritti dei lavoratori? - la scuola per tutti?
Non ne hanno più parlato!
Avevano chiesto la fiducia dei lavoratori per andare "nella stanza dei bottoni" ad attuare le riforme ma in 3 anni hanno approvato molte leggi a favore dei padroni e non una sola e seria per i lavoratori.
Erano andati al governo per migliorare le condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori e dopo 3 anni milioni di metallurgici, edili, tessili, elettrici:
- si vedono negati dai padroni, ispirati da Moro, il diritto a rinnovare i contratti;
- devono rispondere con una lotta ai licenziamenti, all' attacco ai loro diritti sociali e al loro salario.
Perchè tutto questo è potuto accadere?
- perchè la DC - soggetta agli USA e ai padroni - ha rinunciato alla sua velleitaria sfida democratica "al comunsimo";
- perchè la sinistra DC ha rinunciato ai suoi programmi e alla sua lotta;
- perchè la destra socialista ha ceduto al ricatto anticomunista della DC rompendo l' unità politica delle masse che aveva posto fine al centrismo;
- perchè la destra del PSI ha cercato l' accordo di potere e di sottogoverno con le forze di destra della D.C. accettando che il governo non avesse più come fine le riforme ma l' anticomunsimo.
Cosa dimostrano i fatti?
- che c'è bisogno di un governo radicalmente nuovo per il suo programma e per la nuova maggioranza su cui deve poggiare e nella quale devve essere incluso il P.C.I.;
- che l' Italia ha bisogno di una nuova politica estera che contribuisca a porre fine alla aggressione imperialista nel Vietnam, a creare un regime di pacifica coesistenza, a garantire il diritto di ogni popolo di decidere da solo del proprio destino;
- che l' Italia ha bisogno di una programmazione economica democratica che colpisca il potere dei monopoli, abbia come primo obiettivo quello di garantire ad ogni italiano, uomo. donna, giovane, il diritto ad avere un lavoro sicuro nel rispetto pieno delle libertà costituzionali; sviluppi e ammoderni l' industria; dia a chi lavora la terra e i mezzi per coltivarla; soddisfi le necessità della vita civile con una politica per la casa, i trasporti, la scuola, la sanità ecc.; aumenti e difenda il potere contrattuale dei lavoratori;
- che l' Italia ha bisogno della riforma dello Stato, della istituzione delle Regioni, dello sviluppo cioè della partecipazione di tutto il popolo alla vita democratica.
Come imporre questa svolta politica?
- con una forte risposta politica della classe operaia oggi impegnata nelle sue battaglie sindacali contro la ristrutturazione capitalistica, per l' aumento dei salari, per controllare i ritmi, gli organici, gli orari di lavoro, per imporre le riforme e la programmazione democratica;
- con un' ampia mobilitazione, nelle città e nelle campagne, di tutti i ceti sociali colpiti dalle prepotenze dei monopoli e di tutti gli uomini amanti della pace;
- con un movimento unitario di massa:
per impedire che si attui la falsa alternativa di una accelerata unificazione socialdemocratica che dividerebbe ancor più i lavoratori e allargherebbe l' area moderata;
per impedire il ricostruirsi della falsa unità monolitica dei cattolici in un solo Partito conservatore, costringendo la DC ad una crisi salutare;
per impedire la ricostruzione di un nuovo governo di centro-sinistra su di un programma ancora più spostato a destra, come auspicato dalla Confindustria e dalla stampa reazionaria, e basato su di un blocco moderato socialdemocratico e cattolico.
Ci sono le forze per una nuova maggioranza?
Oggi è più che mai attuale il tema dell' unità e di una azione comune della sinistra italiana.
L' incontro con il PSIUP e il PSI, il dialogo con la sinistra cattolica e con le forze repubblicane e socialdemocratiche è oggi necessario e impellente.
I comunisti, le forze socialiste, i cattolici avanzati possono dare vita uniti ad una svolta politica, ad una nuova maggioranza, ad un nuovo programma di pace e di trasformazione democratica della società, basato sugli ideali della Resistenza e sulla Costituzione.
una risposta alle accuse del P.S.I.
Per la scuola abbiamo le carte in regola!
Il PCI - 2 anni fa - ha presentato per primo una legge sulla scuola pubblica per l' infanzia.
Non potevano avallare la legge governativa sulla scuola materna perchè:
1) non risolveva il rapporto tra scuola pubblica e scuola privata;
2) istituiva scuole per 100 mila bambini in 5 anni (20 mila all' anno) mentre i bambini dai 3 ai 6 anni sono in Italia 2 milioni e mezzo;
3) le dava un carattere assistenziale affidandola di fatto a personale confessionale;
4) fissava un contributo annuo di 6 miliardi e mezzo per la scuola statale contro i 24 miliardi (16 della legge 1073 più 8 della Cassa del Mezzogiorno) di contributo alla scuola materna privata.
Noi avevamo proposto:
- una scuola pubblica per l' infanzia preparatoria di quella dell' obbligo, affidata agli Enti Locali, con personale preparato, sostenuta dal finanziamento dello Stato e in grado di assorbire progressivamente tutti i bambini aventi diritto.
Abbiamo sempre ritenuto la riforma generale della scuola uno dei compiti più urgenti e per essa abbiamo sempre lottato.
Riteniamo che esista nel Parlamento e nel Paese una maggioranza per attuarla!
A cura del Comitato regionale del P.C.I.

Istituto conservatore
CSEL
Segnatura archivistica
«19.01.118»
arco cronologico
s.d. [1964 - 1969]
tipologia documentaria
volantino