19.01.082 - «Lettera dei parlamentari comunisti ai pensionati»

Inviato da alessandro.boin il Sab, 02/10/2018 - 14:49

ABSTRACT: Volantino a cura dei deputati e dei senatori del P.C.I. rivolto ai pensionati in merito al dibattito in corso in Parlamento in materia di pensioni motivando il perchè i comunisti hanno votato contro la proposta del centro-sinistra.

Lettera dei parlamentari comunisti ai pensionati
Amici e compagni pensionati, voi certamente avrete seguito in questi giorni il dibattito sulle pensioni e conoscete l' esito di questa battaglia parlamentare nella quale i comunisti  hanno assunto, ancora una volta, un ruolo preminente nel sostenere le vostre rivendicazioni.
I parlamentari comunisti hanno votato, dopo una lunga e aspra lotta, contro la legge del centro-sinistra: perchè i miglioramenti apportati alle pensioni sono insoddisfacenti e tradiscono la lunga attesa dei pensionati, perchè la maggioranza governativa si è opposta ad ogni richiesta di miglioramento, venendo meno ad impegni solenni, più volte assunti di fronte al Paese.
Il governo piange miseria, nega ai pensionati i modesti aumenti da voi richiesti, e promette di esaminare il problema vitale della riforma previdenziale tra cinque anni!
Con la nuova legge un lavoratore dovrà perciò continuare a ricevere, dopo 40 anni di lavoro, una pensione pari al30-35% del suo salario, invece dell' 80% come veniva richiesto dalla CGIL e dai comunisti.
I minimi di pensione rimarranno divisi a 15600 ed a 19500 lire al mese anzichè unificati a 20000; e le pensioni retributive sono aumentate del 20% anzichè del 30%, non riuscendo così nemmeno a ricoprire la diminuita capacità di acquisto della moneta.
La grande innovazione del governo, la "pensione sociale" di 12000 lire mensili, rappresenta di fatto soltanto la prima parte della pensione per chi ne aveva già diritto: i lavoratori dipendenti e autonomi (contadini, mezzadri, coloni, artigiani).
Ma essa viene negata ai vecchi e alle donne senza pensione; ai lavoratori della terra che non hanno raggiunto le contribuzioni necessarie, ai mutilati e invalidi civili, ecc.
La nostra lotta in parlamento
La lotta parlamentare è però servita anche a strappare qualche miglioramento: l' aumento delle pensioni quando si registrerà un attivo annuale del fondo pensioni del 5%, oppure una distribuzione degli avanzi in occasione della tredicesima mensilità; la abolizione della trattenuta del 30% per i pensionati che sono costretti a continuare una attività lavorativa; la eliminazione del tentativo di riassorbire la mensilità straordinaria data, all' inizio dell' anno; la corresponsione di un assegno di 2500 lire mensili per la moglie a carico del pensionato e per i figli, sino a 21 anni, e a 26 se sono universitari.
Il governo è satto inoltre costretto ad affrnotare urgentemente la angosciosa situazione dei lavoratori TBC e la particolare condizione dei lavoratori marittimi, e degli artigiani.
Infine esiste un impegno a riesaminare entro due anni il problema di una graduale elevazione della pensione sino all' 80% della retribuzione ultima e a determinare una nuova strutturazione della invalidità.
Le richieste avanzate dai comunisti rispecchiano le rivendicazioni che sono state alla base di vaste agitazioni e lotte dei pensionati e dei lavoratori in questi anni sostenute con forza dalla stessa CGIL e da altre organizzazionisindacali.
E' stato dimostrato, dati alla mano, che esse erano di possibile immediata attuazione.
Basta rendersi conto che sono a disposizione centinaia e centinaia di miliardi, rappresentati dal risparmio previdenziale, in avanzi di gestione, sui crediti del fondo Adeguamento pensioni verso lo Stato, nelle riserve accumulate, ecc.
Invece della riforma, miliardi ai capitalisti
Tutti sostengono che l' attuale sistema previdenziale, risalente al periodo fascista, va cambiato.
Esso poggia sulle marche assicurative, il che è fonte di vasto malcontento ed amarezze profonde per i lavoratori: per il basso livello delle pensioni; per le gravi ingiustizie verso le donne e per i lavoratori dell' agricoltura; per la esistenza di una massa enorme di uomini e donne senza pensione, o aventi pensioni da fame.
I lavoratori si sentono umiliati da un sistema burocratico e accentratore, caotico e dispendioso, che offende la loro dignità di cittadini.
Un sistema che diviene sempre più fonte di gravissimi scandalosi episodi di ruberie, di corruzione, e malversazione.
Evidentemente anche il governo di centro-sinistra, come quelli che l' hanno preceduto, ha ben altre preoccupazioni.
La sua fraterna attenzione è per i capitalisti, per salvaguardare i profitti dei quali ha anche fatto ricorso alla cosidetta "fiscalizzazione" degli oneri sociali.
Nel giro di un anno e mezzo costoro hanno avuto in regalo la bellezza di 400 miliardi, che naturalmente vengono scaricati sulle spalle dei contribuenti italiani e in primo luogo dei lavoratori.
Manovra questa che contribuisce non poco, tra l' altro, ad aumentare il costo della vita.
Perchè non si vuole rinnovare questo sistema? Perchè si vuole impedire che i lavoratori, che sono i proprietari dei soldi così duramente risparmiati possano essi stessi controllare e gestire gli enti che tali fondi amministrano?
Perchè il governo di centro-sinistra, dominato dalla Democrazia Cristiana e dai rappresentanti del padronato, vuole utilizzare la grande massa di miliardi rappresentata dal risparmio previdenziale dei lavoratori, per una politica economica che consolidi il sistema capitalistico, bloccando, attraverso la cosidetta "politica dei redditi" le entrate dei lavoratori e favorendo più alti profitti per gli industriali monopolisti e gli agrari.
Perchè la Democrazia Cristiana e gli esponenti dei partiti di governo considerano questi Enti come veri carrozzoni, centri di potere politico elettorale.
Ma le cose devono cambiare.
Ora la giusta lotta deve continuare nel Parlamento e nel Paese.
Ogni pensionato, ogni alvoratore e lavoratrice, ogni cittadino è interessato a contribuire con la sua azione e realizzare un grande movimento unitario, perchè sia affermato per tutti i lavoratori il diritto di avere, dopo una lunga vita di lavoro e di sacrifici, la possibilità di una esistenza più serena e di accedere finalmente, anche in Italia, ad un vero sistema di sicurezza sociale.
I parlamentari, deputati e senatori comunisti, continueranno a compiere il loro dovere come rappresentanti dei lavoratori e dei cittadini democratici.
Essi intensificheranno i loro sforzi, la loro attività, per stabilire legami sempre più estesi con le lotte di tutti i pensionati e dei lavoratori di tutte le categorie per migliorarne le condizioni di vita e di lavoro, per imporre nel Paese una nuova politica di sviluppo economico e sociale ed una nuova maggioranza al governo che garantisca il rinnovamento democratico  e socialista dell' Italia.
Vogliate gradire i saluti più cordiali e fraterni.
I deputati e i senatori del P.C.I.
 

Istituto conservatore
CSEL
Segnatura archivistica
«19.01.082»
arco cronologico
«1965»
tipologia documentaria
volantino
documentazione digitalizzata