19.01.080 - [Convocazione Assemblea Generale U.G.I.]

Inviato da alessandro.boin il Sab, 02/10/2018 - 14:47

ABSTRACT: Lettera da parte dell'U.G.I.- Associazione Goliardica Padovana - in cui si convocano gli iscritti all'Assemblea generale in vista dell'imminente XV congresso nazionale. In allegato si trova la tesi preparatoria al congresso.

U.G.I. - Associazione Goliardica Padovana.
Padova, 7 maggio 1965
Caro amico, martedì 11 alle ore 17 presso il teatro Ruzante è convocata l' Assemblea Generale dell' Associazione in vista del congresso nazionale dell' U.G.I. che si terrà a Napoli nei giorni 14, 15, 16 del corrente mese.
All' ordine del giorno dell' assemblea sono:
1 - Discussione sulle tesi congressuli.
2 - Elezione dei delegati da inviare a Napoli.
Ti inviamo copia delle tesi sulle quali si svolgerà il dibattito.
Per l' importanza dell' attuale momento delle lotte studentesche è urgente trovare una linea chiara di azione.
La tua presenza perciò è sommamente necessaria perchè la discussione sia più approfondita ed ampia possibile e l' associazione ritrovi lo slancio necessario per incidere su tutto il movimento studentesco.
Saluti fraterni, il Direttivo
P.S.: Cerca in ogni modo di partecipare!
Unione Goliardica Italiana
Tesi preparatoria per il XV° Congresso Nazionale
Documento I°: Sviluppo sociale e uso capitalistico della forza-lavoro
a) Sviluppo capitalistico post-bellico
1) Il processo di ricostruzione delle strutture capitalistiche nel periodo post-bellico e il loro successivo rinnovamento hanno trovato fondamento nel nostro paese in una estesa disponibilità di forza-lavoro non qualificata, per lungo tempo in eccesso rispetto alla domanda del mercato.
2) Questo esercito di riserva situato prevalentemente nelle regioni meridionali ed insulari ha consentito una politica di bassi salari su cui si è fondata fino agli anni '60 la accumulazione del capitale, attraverso uno sviluppo a poli che ha mantenuto e riprodotto strozzature e squilibri tradizionali che affondano le radici nel periodo economico post-unitario.
3) L' impetuoso sviluppo economico dell' ultimo decennio, sviluppo fondato su i settori metal-meccanico e petrolchimico è volto alla produzione di beni di consumo durevoli, ha consentito verso gli anni '60 il prodursi di una situazione a pieno impiego con conseguente aumento dei salari.
4) Le lotte sindacali avutesi in questi anni in corrispondenza alla introduzione di nuovi macchinari ed agevolate dal regime di pieno impiego, hanno portato ad un relativo arresto del meccanismo di accumulazione capitalistica.
5) Si attuava intanto, e questo processo conosce oggi una fase di accelerazione, un vistoso processo di concentrazione oligopolistica al livello nazionale ed internazionale, parallelamente ad un aumento della composizione organica del capitale relativo all' introduzione dei cicli automatizzati nel processo produttivo.
   Questo processo vedeva in Italia un accentuarsi dell' integrazione fra capitale industriale privato, holdings finanziarie e capitale di stato, ed una presenza sempre più determinante del capitale USA nel mercato nazionale.
6) Permanevano tuttavia irrisolte le contraddizioni tipiche dello sviluppo economico del nostro paese.
   In particolare il settore agricolo conosceva un acuirsi della crisi, per il basso livello medio di produttività dovuto alla frammentazione delle colture, all' arretratezza delle tecniche produttive e alla scarsità della meccanizzazione.
   La arretratezza del settore distributivo, l' assenza di una rete di trasporti adeguata alle esigenze di sviluppo, la distorsione di capitali da investimenti produttivi dovuta al peso enorme assunto dalla rendita urbana accentuavano gli elementi critici dello sviluppo sociale, insieme alla incapacità delle strutture scolastiche di immettere sul mercato quantità sufficienti di forza-lavoro qualificata.
   Quest' ultima strozzatura tende ad accentuarsi nel futuro, come vedremo più avanti.
7) Si imponeva in questa situazione un rilancio del processo di accumulazione che permettesse al capitale nazionale di affrontare su posizioni di forza i problemi connessi all' imminente salto tecnologico e al processo di integrazione nazionale.
8) Sconfitta in sede politica la linea fautrice di una razionalizzazione spinta attraverso l' eliminazione di gran parte delle posizioni di rendita ed una politica di dirigismo economico statale fondato sulla riforma fiscale e su una azione autonoma-propulsiva dell' industria di stato, il rilancio di meccanismo di accumulazione avveniva attraverso pesanti attacchi generalizzati ai salari e all' occupazione operaia.
9) Dopo una fase di incertezza le organizzazioni operaie hanno manifestato sintomi di ripresa come è possibile vedere nelle ultime lotte sindacali.
   Questo scontro di classe, che ha una sua espressione anche nelle contraddizioni della politica governativa, è tuttora in atto e ad esso le forze della sinistra universitaria intendono portare un contributo all' interno del settore in cui operano al livello di analisi scientifica e di azione rivendicativa.
b)  uso capitalistico della forza-lavoro
10) Una analisi scientifica delle strutture scolastiche e del loro processo di trasformazione non può che scaturire da un esame del rapporto storico-determinato tra sviluppo tecnologico e processo di formazione della forza-lavoro qualificata.
11) Nella fase presente dello sviluppo capitalistico possiamo individuare tre modelli tradizionali di forza-lavoro qualificata.
    Questi modelli attualmente dominanti subiscono radicali trasformazioni in seguito alla introduzione di sistemi automatizzati, o comunque in seguito ad un processo di ulteriore scomposizione della attività produttiva con meccanizzazione dei singoli momenti e unificazione spazio-temporale di essi (omogeneizzazione dei ritmi, meccanizzazione dei trasporti, sostituzione del cottimo individuale con il cottimo di squadra o di reparto ecc.).
12) Operaio qualificato atto a ricoprire una mansione o gruppo di mansioni esecutive abbastanza rigidamente predeterminate.
    Ha ricevuto in genere una formazione extra-scolastica, cioè direttamente sul posto di lavoro, oppure, ma è un caso meno frequente, nei corsi di qualificazione del Ministero del Lavoro (cap) o delle stesse aziende interessate.
13) Tecnico o quadro medio atto a ricoprire mansioni altamente specializzate o gruppi di essi.
    Per questa attività è necessaria una formazione tecnologica ricca di alcuni elementi formativi generali e di ampie conoscenze di tipo applicativo specifico.
    Proviene in genere dal settore tecnico-professionale.
14) Dirigente o quadro superiore atto a rivestire funzioni di coordinamento e direzione ad alto livello nel settore della preduzione oppure della amministrazione.
    Ha in genere una formazione di base umanistica con successivo cursus universitario di tipo scientifico/applicato (facoltà di ingegneria e chimica ....) oppure economico-giuridico.
15) Un dato macroscopico che scaturisce da questa prima analisi è la situazione di estesa dequalificazione che caratterizza il mercato italiano della forza-lavoro, il processo di formazione professionale sul posto di lavoro finisce ormai per appesantire eccessivamente i posti relativi e la carenza di tecnici in molti settori (es. in agricoltura) si fa sentire sempre più fortemente.
16) Questa situazione si trova tuttavia nella fase di ulteriore trasformazione.
    Il rinnovamento tecnologico e la diffusione di rapporti capitalistici nei settori arretrati ha comportato dopo il salto degli anni '60 un diverso uso capitalistico della forza-lavoro con conseguente esigenza di qualificazione generalizzata ed articolata.
    Queste nuove esigensze di tipo qualitativo-quantitativo hanno messo definitivamente in crisi le strutture scolastiche esistenti.
17) Una analisi scientifica del rapporto tecnologia-mansioni-formazione professionale tuttavia non può che essere orientata verso il futuro.
    E' lecito in questo senso, tenendo presente alcune linee di tendenza dello sviluppo capitalistico che già oggi hanno verifiche parziali nei complessi più moderni tipo Olivetti o Italsider, ipotizzare tre diversi modelli di forza-lavoro che pensiamo dominanti tra un decennio.
18) Operaio generico adibito a mansioni semi-elemenatri di controllo all' interno di un processo produttivo fondato sul ciclo automatizzato.
    Richiede un grado elevato di mobilità orizzontale (interscambiabilità) e questa esigenza implica una formazione professionale polivalente che permetta una assunzione di nuove mansioni (riconversione) nel minor tempo possibile.
19) Tecnico o quadro medio dptato di cultura politecnica e di informazione amministrativa o commerciale che lo abilitino a mansioni relative alla organizzazione del lavoro oppure al coordinamento di settori complessi del processo produttivo (tipico esempio l' operatore addetto al centro meccanografico).
20) Dirigente o quadro superiore. Ha il compito di unificare i momenti di direzione-coordinamento dell' attività produttiva e amministrativa all' inetrno della programmazione aziendale.
21) Questa evoluzione della tacnologia e della organizzazione del lavoro comporta la sparizione di alcune professioni tradizionali, o meglio il loro assorbimento all' interno dei modelli di forza-lavoro sopra indicati.
22) Il lavoratore del settore amministrativo e servizi (impiegato) tende con la introduzione ormai in atto di sistemi automatizzati (calcolatori IBM ecc.) a trasformarsi in tecnico oppure a ridursi a mansioni meramente manovali esecutive in via di sparizione.
    Analogamente il libero professionista (medico, giurista, commercailista ecc.) tende sempre più ad assumere una condizione di salariato anche se con trattamento salariale e normativo privilegiato.
23) Nell' uso capitalistico della forza-lavoro l' elemento disponibilità tende a divenire sempre più importante.
    Aumenta a tutti i livelli la mobilità della forza-lavoro e, se da una parte viene meno la subordinazione degradante a una mansione predeterminata, e viene meno entro certi limiti il dispendio abnorme di energia muscolare con il passaggio dall' intervento manovale al controllo della macchina, dall' altro aumenta la monotonia del lavoro e il dispendio di energia psichica.
    Ciò che viene rivoluzionato è in primo luogo la natura del potere decisionale.
    Potere che sfugge interamente dalle mani dell' operaio (passaggio dall' intervento diretto al controllo) riducendolo a ciò che Marx definiva "strumento parziale di una macchina parziale".
    Il tecnico al contrario vede le sue funzioni arricchirsi di quello che potremmo definire potere di attuazione o di secondo grado.
    Si trova cioè a dovere ampiare la sua attività di coordinamento e programmazione, all' interno di un ciclo produttivo di cui gli sfuggono completamente cause e finalità.
    Di qui una condizione di subordinazione intellettuale che può sfociare o in un atteggiamento di mera accettazione passiva (arricchita al più di mistificazioni manageriali e di mitologie di arrampicata sociale) oppure in un processo molto interessante di sindacalizzazione-politicizzazione e ricco di elementi antagonistici.
24) Il processo di formazione professionale deve dunque tenere conto delle trasformazioni in atto per quanto concerne la tecnologia e l' organizzazione del lavoro.
    Possiamo così riassumere le linee di tendenza operanti all' interno del mercato della forza-lavoro:
    a) progressiva riduzione della massa di operatori addetti a mansioni elementari di tipo manuale-esecutive (manovale);
    b) forte crescita di addetti a mansioni elementari di controllo in grandi complessi, con formazione di base politecnica;
    c) forte crescita di forza-lavoro altamente qualificata e contemporaneo aumento dell' articolazione delle forme di qualificazione.
25) E' signficativo come proprio da parte del mondo confindustriale e dei suoi ideologi siano venute le analisi più lucide su questi problemi e le proposte più precise di riforme delle strutture scolastiche.
26) Queste proposte si esprimono, sia pure con sfumature diverse e con diverse previsioni dei tempi di relaizzazione, in un disegno di riforma del settore tecnico-professionale con fortissimo accrescimento quantitativo ed adeguamento dei programmi alle nuove mansioni, e nella sitituzione (variamente configurata) di un primo livello di laurea o diploma che consenta un rapido aumento della produzione annua di tecnici altamente qualificati.
27) Va rilevato il tentativo in atto da parte dei complessi industriali di progressivo scarico dei costi di formazione professionale sulla scuola di stato, con successivo controllo degli istituti tecnici e professionali attraverso l' immissione dei rappresentanti delle aziende interessate nei Consigli di Amministrazione.
    Un discorso analogo, anche se assai più complesso e differenziato a seconda delle diverse situazioni geo-economiche, deve essere fatto sugli istituti universitari di ricerca applicata.
28) Da parte del mondo operaio al contrario, da parte delle organizazioni sindacali e politiche di parte cattolica come di parte marxista, l' analisi di questi poblemi è rimasta su un piano più arretrato e il dibattito relativo è stato opera di una minoranza, senza riuscire ad investire, come invece era necessario, l' intero movimento.
    Di qui i limiti di alcune proposte di riforme delle strutture scolastiche (in particolare del settore tecnico professionale) che, scaturite da esigenze di rinnovamento democratico, rischiano tuttavia di venire vanificate dalla rapidità dello sviluppo e della rivoluzione tecnologica che esso comporta.
29) Di qui l' esigenza di un approfondimento ed ampiamento del dibattito di cui la sinistra universitaria deve farsi partecipe.
    E' necessario cioè che la discusSione sulla riforma della scuola, di cui la riforma universitaria è un momento non autonomo, trovi le sue radici non mistificate nella analisi scientifica delle esigenze attuali e future del mondo della produzione e del rapporto storico-determinato cultura-società.
 

Istituto conservatore
CSEL
Segnatura archivistica
«19.01.080»
arco cronologico
«1965 mag. 7»
tipologia documentaria
volantino
documentazione digitalizzata