FILC

“Nel corso del primo congresso della Cgil unita-ria nell'Italia liberata (a Napoli dal 28 gennaio al primo febbraio 1945) la categoria dei chimici, insieme a quella dei metalmeccanici, dei tessili, dei ferrovieri, dei ferro-tranvieri e dei minatori annuncia di aver ripreso la propria attività sindacale” .
Fino al 1925 era esistita la Filc (Federazione Ita-liana Operai Chimici, 1919-1925), ma era stata costretta dal fascismo all'autoscioglimento. Nasce così la Filc, Federazione italiana lavoratori chimici, a capo della quale viene posto Roberto Cuzzanighi nel ruolo di segretario provvisorio. Nel 1946 a Firenze si svolge il I congresso nazionale, in cui viene definita la struttura direttiva da dare al sindacato: sarà formata da un consiglio nazionale, un comitato esecutivo, una Segreteria composta da un Segretario generale e due vice, e dal collegio sindacale. Il I Congresso sancisce l'adesione della Filc alla Cgil e prevede la costituzione di strutture provinciali e comunali, che aderiranno alle Camere del lavoro provinciali e comunali, e dei sindacati di settore (ma in realtà già a partire dallo statuto successivo del 1949 non si farà più riferimento a sindacati di categoria). Durante il congresso vengono anche stabiliti i contenuti del contratto nazionale.
Le categorie di lavoratori che possono iscriversi alla federazione sono tutti quelli impiegati nei settori della chimica (operai, impiegati e tecnici), ma ci sono delle difficoltà nell'inquadramento di alcune categorie, in quanto sono presenti anche i sindacati del vetro ceramica e affini (Fnvca) e quello dei minatori e cavatori (Fimc), che avevano alcuni comparti in comune.
Nel 1947 si tiene a Genova il II Congresso nazionale, con cui viene trasferita la sede da Roma a Milano, vista la maggiore concentrazione di lavoratori chimici nell'Italia settentrionale. Il problema che si presenta è proprio quello della difficoltà di organizzare federazioni provinciali nel meridione. Il 1947 è anche l'anno in cui viene firmato il primo contratto collettivo nazionale. La conoscenza delle differenziazioni esistenti all'interno delle diverse categorie e anche delle diverse aziende fa maturare nel corso del tempo una serie di differenziazioni di carattere normativo ed economico, così che le condizioni di lavoro sono diverse non solo tra lavoratori dipendenti da aziende diverse ma anche tra coloro che appartengono allo stesso gruppo industriale dislocate in differenti zone geografiche. Secondo le statistiche in quell'anno gli iscritti alla Filc sono circa il 70% degli occupati nei settori dell'industria chimica a maggiore contenuto tecnologico.
Negli anni successivi vengono organizzati diversi convegni provinciali e interprovinciali; una particolare attenzione viene posta sulla costituzione dei consigli di gestione, organismi composti pariteticamente da industriali e lavoratori con poteri consultivi sulla riorganizzazione e la gestione delle aziende. Questo tipo di organizzazione non incontrò favore unanime all'interno dell'ambiente sindacale e la sua vita fu spesso ostacolata da altre federazioni.
Nel 1949 durante il III Congresso nazionale vie-ne firmato il contratto nazionale. Esso ottiene lievi miglioramenti sui minimi retributivi e maggiorazioni per il lavoro straordinario.
Durante il IV Congresso, nel 1952 a Milano, c'è un ripensamento della strategia politica e rivendicativa. Infatti la federazione si è resa conto che ad un aumento produttivo non è corrisposto un incremento dell'occupazione, cosa che poteva significare solo un sempre maggiore sfruttamento dei lavoratori da parte delle aziende. Per questo motivo la Filc chiede la nazionalizzazione dei monopoli. Altre rivendicazioni sono il miglioramento dei premi di produzione e della difesa dei diritti sindacali; inoltre si pone l'accento sulla nocività ambientale di alcune produzioni. Anche in questo caso si ottengono solamente lievi miglioramenti sulle retribuzioni. All'epoca gli iscritti alla Filc sono il 55% degli occupati.
Nel 1955 la sede venne riportata a Roma. L'anno seguente, al V Congresso nazionale, che si tiene a Bologna, le rivendicazioni chiedono principalmente la riduzione dell'orario settimanale e la parità fra uomini e donne con la richiesta di un inquadramento unico. In questa circostanza viene inaugurato un metodo di lavoro basato sull'analisi economica per settori. Si affrontata la questione della Commissione interna, organismo che può garantire la presenza del sindacato in fabbrica, circostanza imprescindibile per una politica contrattuale articolata. Il fattore centrale di questo congresso sarà dato però dalla proposta di costituire una nuova fede-razione in cui confluiscano la Filc e il Silp (il Sindacato Italiano Lavoratori del Petrolio), proposta motivata da diversi fattori contingenti: la costituzione di nuovi impianti petrolchimici e le innovazioni tecnologiche che erano state approntate, le politiche dei prezzi e le dinamiche dei settori che andavano sempre più allineandosi nei diversi comparti della chimica, ecc.
La nuova federazione sarà la Filcep, ma fino al 1960 il sindacato dei chimici facente capo alla Cgil continuerà a chiamarsi Filc. Durante quest'anno infatti sarà tenuto il VI congresso, a Venezia, congresso che segnerà la fine della Filc e la nascita ufficiale della Filcep. Questi ultimi anni della Filc sono irti di ostacoli: il numero dei tesserati è calato ulteriormente e gli scontri con gli altri sindacati sono sempre più frequenti.